Contesto di riferimento:
Da una parte, a Torino emerge emerge l’esigenza di persone che non presentano le garanzie necessarie per affittare e che, di conseguenza, sono costrette a sistemazioni abitative precarie, informali e spesso inadeguate (sovraffollate, prive di servizi indispensabili quali riscaldamento, servizi igienici utilizzabili, ecc). Dall’altra, spesso un contratto di lavoro a tempo indeterminato e delle ottime referenze non sono sufficienti a convincere proprietari e agenzie immobiliari ad affittare dal momento che stereotipi e pregiudizi continuano a sbarrare la strada all’accesso alla casa per molte persone razzializzate, con un percorso migratorio alle spalle e/o giovani di seconda generazione.
Obiettivi:
Il progetto avrebbe voluto garantire l’affidabilità di un gruppo di giovani donne che, seppur solvibili, non avevano le garanzie sufficienti per poter accedere a un contratto d’affitto né potevano accedere a soluzioni di housing sociale con l’obiettivo di generare un circolo virtuoso e auto sostenibile che, da un lato, accompagnasse il processo di autonomia e, dall’altro, permettesse la riproposizione del modello. L’iniziativa è stata rimodulata in un’azione di prevenzione dell’esecutività degli sfratti.
Descrizione del progetto:
Almaterra funge da intermediaria sociale in un ambito in cui solitamente il target individuato sconta svantaggi evidenti, offrendo sostegno per gli aspetti legati alla ricerca della casa, alla stipula di contratti, alla fornitura di garanzie, alla gestione di eventuali imprevisti, incidenti, ecc. Dal momento che il progetto, finanziato dall’8×1000 della Chiesa Valdese, ha riscontrato grande difficoltà nel reperimento di alloggi in affitto, pur presentando tutte le garanzie necessarie a coprire i requisiti richiesti dai proprietari, l’iniziativa è stata riconvertita in un’azione di prevenzione dell’esecutività degli sfratti per morosità a favore di conduttrici in temporanea difficoltà economica, determinata dalla perdita o dalla diminuzione della loro capacità reddituale.
